Osteoporosi

L'OSTEOPOROSI

Densitometria ossea e valutazione clinica dell’Osteoporosi
a cura del Dott. Alessandro Francescon
L’Osteoporosi è una malattia caratterizzata dalla riduzione del contenuto minerale delle ossa e da alterazioni della microstruttura ossea. La perdita progressiva della massa ossea che si riscontra nei pazienti affetti da Osteoporosi comporta l’insorgenza progressiva di marcata fragilità ossea con conseguente esposizione del paziente ad un importante rischio di fratture, anche per traumi di lieve entità, spesso con recidive che comportano nel tempo disabilità e riduzione della qualità della vita. Le sedi più frequenti di frattura sono: femore, corpi vertebrali, polso e omero. L’Osteoporosi è riconosciuta come Malattia Sociale dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, sia perché in costante aumento, correlato all’invecchiamento demografico della popolazione, sia per la rilevanza del suo impatto sociale e per i costi che la disabilità determina. ( Società Italiana dell’Osteoporosi,del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro). Attualmente la Tecnologia mette a disposizione del Medico clinico strumenti di ultima generazione, affidabili e soprattutto scevri da rischi di qualsiasi tipo e da effetti collaterali.

Il densitometro ad ultrasuoni (QUS) permette, infatti, di valutare la densità minerale delle ossa risultando particolarmente utile nella diagnosi e nel monitoraggio dell’osteoporosi.

Questo strumento è stato ampiamente studiato e validato dalla Comunità Scientifica Internazionale e consente di valutare anche l’osso calcaneare, ricco di tessuto osseo trabecolare, che viene preso come riferimento proprio per la sua somiglianza con il tessuto delle vertebre; il calcagno e le vertebre sono, infatti, tra le prime sedi ad essere colpite da un processo osteoporotico. 

IL DOLORE OSTEOARTICOLARE
E' la spia di un problema frequente a carico di una o più componenti delle articolazioni (cartilagine, osso, tendini, muscoli, legamenti).
  • Il 26,7% degli italiani soffre di un dolore muscolo-scheletrico (osteoartrosi periferica sintomatica: 8,95%, disturbi dei tessuti molli 8,81%, dolore lombare 5,91%, malattie reumatiche infiammatorie 3,06%) e circa 14 milioni di italiani si rivolgono ogni anno al proprio medico di base per questo motivo.
  • Le donne e gli anziani sono le persone più colpite.

Conseguenze del dolore Osteoarticolare


  • Perdita di forza ed efficienza muscolo-scheletriche;
  • Le attività quotidiane possono risultare difficili, a volte impossibili da svolgere;
  • Se non controllato tempestivamente ed efficacemente, il dolore aumenta d'intensità e spesso diventa cronico.
  • Questa situazione innesca un circolo vizioso in cui la disabilità dovuta alla perdita di autonomia produce frustrazione, ansia e depressione che, a loro volta, spingono all'ulteriore inattività con il risultato finale di una pessima qualità di vita.

Che cosa fare?


  • Mai trascurare un dolore osteoarticolare.
  • Se il dolore è molto intenso fin dall'inizio o tende a peggiorare velocemente, se è presente rigidità articolare con limitazione dei movimenti, se compaiono crampi, tumefazioni, arrossamento in corrispondenza dell'articolazione interessata occorre consultare immediatamente il proprio medico.
  • Il medico valuterà se occorre una consulenza specialistica.
  • Se necessario, il medico prescriverà una terapia volta ad assicurare un pronto sollievo e, in caso di malattie degenerative come l'artrosi, a rallentarne la progressione.
  • Evitare il "fai da te", chiedendo sempre consiglio al medico prima di assumere farmaci o preparati vari.
CAUSE DI OSTEOPOROSI:

COMUNI

  • Invecchiamento;
  • Menopausa;
  • Sindrome di Cushing o uso cronico di corticosteroidi;
  • Consumo eccessivo di alcool (più di 2 unità al giorno);
  • Ipogonadismo primario o secondario;
  • Inadeguata assunzione di calcio;
  • Carenza o insufficienza di vitamina D;
  • Fumo;
  • Storia genetica familiare.

MENO COMUNI

  • Basso indice di massa corporea (BMI<20);
  • Mancanza di esercizio fisico o esercizio fisico eccessivo;
  • Farmaci anti epilettici;
  • Iperparatiroidismo primario;
  • Diabete mellito tipo 1 o tipo 2;
  • Malattie croniche renali o del fegato;
  • Malassorbimento e celiachia;
  • Ipercalcuria;
  • Artrite reumatoide o spondilite anchilosante;
  • Malattie infiammatorie intestinali:
  • Tumori, ad esempio cancro alla prostata;
  • Terapia di deprivazione androgenica;
  • Warfarin.

RARE

  • Mieloma multiplo;
  • Infezione da virus dell'immunodeficienza umana o il suo trattamento con inibitori della proteasi (tecnofovir);
  • Mastocitosi;
  • Terapia immunosopressiva (ciclosporina, tacrolimus);
  • Osteogenesi imperfetta.
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